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Coffee and cigarettes

Regia: Jim Jarmusch

Scritto da: Jim Jarmusch

Interpretato da: Roberto Benigni, Steven Wright, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits, Cate Blanchett, Alfred Molina, Steve Coogan, Bill Murray, RZA

Direttori della fotografia (b/n): Tom DiCillo, Frederick Elmes, Robby Müller

Producers: Jason Kliot, Rudd Simmons, Joana Vicente, Rachel Dengiz, Stacey E. Smith, Gretchen McGowan e altri

Genere: commedia a episodi

Anno: 2003, USA

Voto: 6,5

Undici cortometraggi girati in bianco e nero tutti incentrati su tabacco e caffeina. In “Strange to meet you” incontro al bar surreale, alla maniera dei Fratelli Marx, tra Roberto (Benigni) e Steven (Wright). In “Twins”, il cameriere di un bar (Buscemi) discute con due gemelli afroamericani, maschio e femmina, di Elvis. In “Somewhere in California”, un gentilissimo Iggy Pop e Tom Waits parlano di come hanno smesso di fumare (in teoria) e di musica. In “This things ‘ll kill ya”, due uomini discutono su cosa ucciderà l’altro. In “Renée” una maniaca del caffé si scontra con un cameriere troppo premuroso. In “No problem” due amici si ritrovano dopo tanto tempo. In “Cousins” la cugina fallita di Cate Blanchett, Shelley, e Cate Blanchett stessa (la Blanchett le interpreta entrambe) si incontrano in un albergo dove l’attrice sta promuovendo il suo ultimo film. In “Jack shows Meg his Tesla coils” un ragazzo mostra un congegno che ha costruito a una ragazza che sembra capirne poco di scienza. In “Cousins?” Alfred Molina e Steve Coogan si cimentano con un rovesciamento di ruoli. In “Delirium” due rapper del Wu Tang Clan riconoscono Bill Murray un po’ male in arnese nel cameriere che li sta servendo. In “Champagne” due anziani brindano tra loro col caffé immaginando che sia champagne.

Jim Jarmusch riscopre corto e bianco e nero, e crea un’elegia della simbiosi perfetta tra caffé e sigarette in questi girati in tempi diversi (il progetto è nato nel 1986). I punti di forza: decisamente il terzo corto, che ha come due momenti topici sia quando Tom Waits accendendo la sigaretta ad Iggy Pop gli dice “Adesso hai capito com’è smettere di fumare?”, che quando tra i due si crea imbarazzo mentre parlano di musica: grandioso, tenendo anche presenti i personaggi (sopratutto Iggy). Bella anche la scena in cui Cate Blanchett è solitaria nonché splendida mattatrice. Breve ma intenso anche Bill Murray. I punti di debolezza: forse undici storie sono un po’ troppe, e troppi cortometraggi di seguito sullo stesso argomento e con ambientazione simile possono dare un’idea di ripetitività, sopratutto quando non sono supportati da una grande recitazione (il quarto, il quinto e l’ultimo potrebbero tranquillamente essere tagliati anzi, terminare la pellicola con quello interpretato da Bill Murray avrebbe dato un effetto conclusivo decisamente migliore all’insieme).

La pellicola non ha alcun intento pedagogico (anzi, qualche salutista radicale potrebbe criticare il messaggio sbagliato), ma visto che di sperimentazione al cinema se ne vede così poca al giorno d’oggi ben venga il coraggio di Jim Jarmusch che ha realizzato questo prodotto indipendente. Anche perché i tre corti su citati valgono da soli tutto il “prezzo del biglietto”. Sopratutto se siete amanti anche voi del connubbio tra tabacco e caffeina.

Sai, caffé e sigarette stanno bene insieme: benissimo”


Pulp Fiction

Regia: Quentin Tarantino

Scritto da: Quentin Tarantino, Roger Avary

Interpretato da: John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Tim Roth, Bruce Willis, Amanda Plummer, Harvey Keitel, Ving Rhames, Rosanna Arquette, Maria de Medeiros

Direttore della fotografia: Andrzej Sekula

Genere: crimine

Anno: 1994

Produzione: USA

Voto: 8

I protagonisti di una serie di storie incrociano le loro strade. Due svitati, Zucchino e Coniglietta (Roth e Plummer), rapinano una caffetteria. Due uomini del boss, Vincent Vega e Jules Winfield (Travolta e Jackson), devono recuperare una misteriosa valigetta. Il boss Marcellus Wallace (Rhames) che vuol truccare il match dell’ormai non più giovanissimo pugile Butch Coolidge (Willis). La donna del boss Mia Wallace (Thurman) alle prese con la sua tossicodipendenza da cocaina durante una serata con Vincent. Vincent e Jules che devono pulire la loro auto dal sangue di un passeggero ucciso per sbaglio con l’aiuto di Mister Wolf (Keitel).

E’ stata l’opera che ha fatto conoscere Quentin Tarantino al grande pubblico, dopo l’esordio con l’altrettanto bello “Le iene”. La temporalità degli episodi è sfasata (indietro, avanti, di nuovo indietro), ma non solo non confonde l’azione, anzi la fa scorrere meglio, i dialoghi sono eccezionali, gli attori diretti a regola d’arte fanno “fruttare” il cast d’eccezione. Tarantino si appropria e cita a ripetizione la narrativa di Serie B americana (cosiddetta “pulp”, appunto), ma le inietta nuova linfa, grazie ad un umorismo graffiante, e una meravigliosa colonna sonora perfetta per questo film. Il regista ha creato un nuovo genere, come sarà evidente da tutte le citazioni che Pulp Fiction avrà nella cinematografia successiva. Ma alcune scene (l’assunzione passo passo dell’eroina da parte di John Travolta o quella del ballo tra Uma Thurman e Travolta, solo per citarne due) difficilmente potranno più essere eguagliate.

Tra i fans più appassionati, la pellicola di Tarantino ha scatenato una ridda di ipotesi sul mondo parallelo in cui si svolge la vicenda. Ad esempio, il contenuto della valigetta: saranno i diamanti rubati dalle “iene”? Un’ultima nota: attenti ai bagni, sopratutto se ci va Travolta!

Palma d’oro a Cannes come miglior film e Oscar per la miglior sceneggiatura. Cameo di Steve Buscemi nella parte del cameriere Buddy Holly, e piccola parte di Christopher Walken nel ruolo di un capitano dell’esercito.

Dobbiamo togliere la macchina dalla strada: gli sbirri tendono a notare cose come una macchina inzuppata di sangue!”


Le Iene

Titolo originale: Reservoir Dogs

Regia: Quentin Tarantino

Scritto da: Quentin Tarantino

Interpretato da: Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen, Quentin Tarantino, Chris Penn, Steve Buscemi, Edward Bunker, Lawrence Tierney, Kirk Baltz

Direttore della fotografia: Andrzej Sekula

Producers: Lawrence Benders, Harvey Keitel

Genere: crimine

Anno: 1992

Voto: 7,5

Un gruppo di rapinatori, messo insieme da Joe Cabot (Tierney) e suo figlio Eddie il Bello (Penn), progetta una rapina da un grossista di diamanti. I rapinatori conoscono Joe ed Eddie ma non si conoscono personalmente, e si chiamano con pseudonimi in modo da non poter fare nomi in caso di cattura: il veterano e vecchio amico di Joe Mister White (Keitel), che di nome fa Larry Dimmick; l’amico di Joe ed Eddie Mister Blonde (Madsen), che di nome fa Vic “Sorriso” Vega; Mister Blue (Bunker); Mister Brown (Tarantino), il neofita Mister Orange (Roth), che di nome fa Freddy Newandyke; Mister Pink (Buscemi). Il colpo però va male, il posto è pieno di poliziotti: qualcuno viene ferito, qualcuno ucciso, e i sopravvissuti devono cercare di non farsi prendere dalla polizia. Cercando di capire chi è tra loro ad aver tradito…

Primo film diretto da Quentin Tarantino, ma ci sono già molti degli elementi della sua visione artistica: la temporalità sfasata (veniamo a sapere della rapina tramite flashback e il racconto dei sopravvissuti), la fantastica colonna sonora che è quasi un personaggio a sé, il “Mexican stand-off”, la violenza tra il sadico e il grottesco. Stufo di veder le sue sceneggiature “fottute da altri registi” (il riferimento è a Una vita al massimo e sopratutto ad Assannini Nati), Tarantino decise di scrivere per se stesso questo copione di un divertissment su una rapina in banca, eccessivo e parlato al limite della logorrea. Inizialmente doveva esser recitato dai suoi amici, e girato in 16 millimetri in bianco e nero e in maniera ultraeconomica, ma Harvey Keitel lesse il copione e decise di produrre il film e di interpretarlo. Non gli saremo mai grati abbastanza.

Eddie Bunker era un vero rapinatore, ed in passato è stato nella lista dei 10 più ricercati dell’FBI. L’agente di James Wood rifiutò il ruolo di Mr. Orange senza consulare l’attore. Fu licenziato in tronco.

“Tu ascolti mai il Supersound anni ’70 di K-Billy?”


Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen

Desperado

Regia: Robert Rodriguez

Scritto da: Robert Rodriguez

Interpretato da: Antonio Banderas, Salma Hayek, Joaquim de Almeida, Steve Buscemi, Danny Trejo, Quentin Tarantino, Cheech Marin, Carlos Gallardo

Direttore della fotografia: Guillermo Navarro

Musiche originali: Los Lobos

Producers: Robert Rodriguez, Elizabeth Avellan, Bill Borden, Carlos Gallardo

Genere: action movie, gangster

Anno: 1995, USA    Distribuzione: Columbia Pictures

Voto: 5,5

El mariachi (Banderas) è deciso a vendicarsi di Bucho (de Almeida), che gli ha tolto entrambe le passioni: quella per la musica ferendolo alla mano, e quella amorosa uccidendo la donna di cui era innamorato. Individuato il paese dove si nasconde, vi giunge con la sua custodia per chitarra piena zeppa di armi. Non vuole nessun altro che Bucho, ma non esiterà ad eliminare chiunque si frapporrà tra lui e la vendetta. Ferito, viene aiutato dalla bella bibliotecaria Carolina (Hayek), che per lui mette a rischio tutto quello che ha, compresa la sua vita.

Un po’ sequel un po’ remake, indubbiamente molto più ben fatto tecnicamente rispetto al completamente artigianale El Mariachi. In alcuni momenti sembra di esser di fronte ad un action movie made in Hong Kong, viste le sparatorie in acrobazie di Antonio Banderas. Ma la stessa cura dedicata all’aspetto scenico non c’è stata per la storia, e i personaggi non hanno lo stesso spessore del primo capitolo.

Interessante il contrasto tra bene e male reso attraverso le scene passionali: quella tra Banderas e Salma Hayek è quasi “mistica”, mentre quella in contemporanea di de Almeida è urlata, scomposta e con un finale tutt’altro che romantico.

“Sai, è più facile premere il grilletto che suonare la chitarra: è più facile distruggere che creare”