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Un giorno di ordinaria follia

Titolo originale: Falling down

Regia: Joel Schumacher

Scritto da: Ebbe Roe Smith

Interpretato da: Barbara Hershey, Robert Duvall, Michael Douglas, Tuesday Weld, Rachel Ticotin, Frederic Forrest, Lois Smith, Raymond J. Barry

Direttore della fotografia: Andrzej Bartkowiak

Musiche originali: James Newton Howard

Producers: Timothy Harris, Arnold Kopelson, Herschel Weingrod

Genere: drammatico/thriller

Anno: 1993, USA

Voto: 8

Los Angeles. In una giornata torrida, un colletto bianco su un auto targata D-Fens (Douglas) è imbottigliato nel traffico. Infastidito dai clacson, dal vociare degli automobilisti, dai rumori dei lavori in corso, l’uomo abbandona la macchina in mezzo alla strada e decide di proseguire a piedi. Nel cammino attraverso la giungla urbana verso la sua destinazione D-Fens si troverà di fronte numerosi antagonisti: negozianti coreani con prezzi altissimi,  ispanici membri di una gang, mendicanti arroganti e assillanti, commessi di fast food inflessibili, fanatici neonazisti, imprese appaltatrici di lavori pubblici truffaldine, e ricchi snob sui campi da golf incuranti di tutto questo. Ma oggi l’uomo non tollererà soprusi da nessuno, e chiunque gli si porrà davanti con le proprie prepotenze, le proprie angherie, le proprie furberie la pagherà cara. D-fens infatti si sta lasciando dietro una lunga scia di violenza. Ma chi è davvero ques’tuomo e perché sta agendo così? Il detective Prendergast (Duvall), al suo ultimo giorno di servizio, vuole scoprire chi è e sopratutto fermarlo.

Sicuramente questa pellicola di Joel Schumacher lascia il segno. Non solo per la storia, che è indubbiamente avvincente come trama e come ritmo, ma anche per l’affresco di quell’inferno dantesco che sono le nostre moderne periferie urbane a restare impressa: quell’umanità sudata e disperata, in una cornice di traffico impazzito, composta di mendicanti, disoccupati, delinquenti, ma anche tanta povera gente onesta in balia di tutto questo. Inutile dire che si prova simpatia per oltre metà film per il personaggio  di Michael Douglas, che sembra incarnare l’uomo qualunque che si ribella alla violenza e al sopruso. Questo vuol dire che la città del film la sentiamo come nostra, e i soprusi contro cui combatte li subiamo spesso anche noi. Nella maggior parte di noi tuttavia, nonostante quello che la vita moderna offre (precarietà del lavoro, dissoluzione della famiglia) l’alienazione e la dissociazione non prendono il sopravvento come nel personaggio di Douglas, la nostra metà oscura.

“Tu credi che io voglia derubarti? No, vedi, non sono io il ladro, non sono io che chiedo 85 cents per una Coca Cola, sei tu il ladro. Io sto solo difendendo i miei diritti di consumatore”


Ricomincio da capo

Titolo originale: Groundhog day

Regia: Harold Ramis

Soggetto: Danny Rubin

Sceneggiatura: Danny Rubin, Harold Ramis

Interpretato da: Bill Murray, Andie MacDowell, Chris Elliott, Stephen Tobolowsky, Brian Doyle-Murray

Direttore della fotografia: John Bailey

Musiche: George Fenton

Producers: Harold Ramis, Trevor Albert, C.O. Erickson, Whitney White

Genere: commedia, blanc

Anno: 1993, USA     Distribuzione: Columbia Pictures

Voto: 6,5

Il meteorologo del Canale 9 di Pittsburgh, lo snob ed egocentrico Phil Connors (Murray), viene inviato controvoglia nella folcloristica Punxsutawney per un servizio di costume sul “Giorno della Marmotta” insieme alla giovane produttrice entusiasta Rita (MacDowell) e al cameraman Larry (Elliott). Nella cittadina della provincia della Pennsylvania, infatti, a seconda delle reazioni dell’animaletto si deduce se arriverà una primavera precoce oppure no. Finito il servizio – fatto tra l’altro malvolentieri – Phil vuole letteralmente scappare dal paesino, ma non può a causa di una tormenta di neve. E non sarà l’unica cosa in cui l’uomo si troverà bloccato: Phil infatti inizia a rivivere all’infinito lo stesso giorno. Dopo lo smarrimento iniziale, il meteorologo inizia ad apprezzare le potenzialità di questa situazione…

Divertente commedia, che dall’aspetto più spassoso (Bill Murray che resosi conto della mancanza di conseguenza di quello che fa, infrange leggi e si procura informazioni per sedurre donne sconosciute) arriva a quello più formativo, quando l’unica opportunità per uscire dalla ripetitività è un accurato bilancio personale e un tentativo sincero di migliorare se stessi.

Murray (ma quanto è bravo!) riesce a mantenere costantemente ad alti livelli l’intensità della sua recitazione, contribuendo così a rendere sempre diverso un giorno in realtà sempre uguale. Tragedia e commedia si intersecano: nei tentativi di suicidio del protagonista è difficile trattenere una risata, ma quando ogni giorno cerca di strappare alla morte un povero vecchio barbone gli echi di Frank Capra è impossibile non udirli. Non a caso il critico Glenn Erickson lo ha definito non solo come un esempio, ormai più unico che raro nel cinema di oggi, di film blanc, ma anche la versione evoluta de La vita è meravigliosa.

“Probabilmente il vero Dio non è onnipotente, ma è lì da tempo e sa tutto”